Invenzione di due amanti che si divisero il mondo.

L’equatore è l’invenzione di due amanti che si divisero il mondo per paura di incontrarsi per strada.

Mi abbraccia, lo abbraccio, un abbraccio lunghissimo. E poi è l’ora di dividerci e lo facciamo piano e bene.
Iniziamo dai corpi, non è difficile, dieci dita se le prende lui, dieci dita me le prendo io, il calcolo è presto fatto. Stessa cosa per le gambe, a far quattro diviso due ce la fa anche un bambino. Più complicato è districare i capelli e restituirli alle rispettive chiome ricce, ci riusciamo con la pazienza, che è il balsamo dei giorni, i nodi più stretti li dobbiamo tagliare. Pazienza è una parola strana, si dice quando si aspetta, si dice con un’alzata di spalle quando smetti di aspettare.

Poi passiamo alla divisione dei libri, delle foto, dei dischi, i regali decidiamo di non restituirceli, cioè io ci provo pure a ridargli indietro quella borsa orrenda di Carpisa, ma lui non la vuole.
Ci dividiamo le città, a me resta Torino, Milano se la può pure tenere. Mi sa che l’equatore è l’invenzione di due amanti che si divisero il mondo per paura di incontrarsi per strada.
Ci dividiamo il tempo dei figli e le loro future prime volte, a Davide va la prima volta sugli sci, a me la prima volta in bici senza rotelle, le prime risate, quelle appartengono a tutti e due e non le vogliamo spartire.
Poi è il tempo di dividere i ricordi. Dimenticare sarebbe la soluzione, nessuna divisione, solo la meravigliosa sottrazione dell’oblio, ma non è possibile, sono troppi, alcuni così belli che sarebbe un peccato separarcene.
– Dal mondiale 2006 al mondiale 2010 li prendo io, dal 2010 ad oggi tu.
Propone lui. Ma non sono d’accordo, non tanto per la questione Campioni del Mondo, quanto per quella volta di Barcellona, giusto un mese dopo, quando sono scesa dal treno e lui era lì. No a Barcellona non sono pronta a rinunciare. Allora provo a fare la generosa.
– Io mi tengo i ricordi brutti, tutti, e lascio a te quelli belli.
– Col cazzo, Dora, così tu mi dimentichi in fretta e io ti rimpiango ogni giorno.
Davide non è stupido per nulla. Non c’è altra scelta, dobbiamo dividerceli uno a uno, prima i giorni memorabili, le vacanze, i capodanni, i traslochi, le sale d’aspetto degli ospedali, poi via via le piccole cose quotidiane, i risvegli, le liti, le lacrime, i sorrisi. Ogni ricordo è un tuffo al cuore e i nostri cuori non si tuffavano insieme da un mare di tempo, per intenderci i nostri cuori stavano nell’ultima di 35 file in una spiaggia affollata della Riviera Romagnola, sotto l’ombrellone. Ci mettiamo tutta la notte, mentre Micol dorme, serena.
Ci dividiamo il divano, poi ci dividiamo una moka da sei di caffè nero e di zucchero non ne vogliamo. Diamo un bacio a Micol, una guancia per uno, poi lui va via, scende per strada e non si gira. Io resto. Le strade sono sempre le ultime a dividersi.

Invenzione di due amanti che si divisero il mondo, Enrica Tesio, da “La verità, vi spiego, sull’amore”.

Invenzione di due amanti che si divisero il mondo

Loading