Mi vuoi solo a pezzi.

Compartimentata, preconfezionata, suddivisa in versioni di me stessa a misura di morso. Solo le parti migliori, solo le parti interessanti, solo le parti digeribili, più facili da gestire. Solo il “me” che ha qualcosa che vuoi, che ti serve, che puoi usare.

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Mi vuoi quando è tutto un sì e mai un no. Mi vuoi quando il tuo cuore soffre e hai bisogno di qualcuno che lo coccoli. Ma quando non sono disponibile a darti un sostegno o sto cercando di tenere insieme i miei pezzi… Quella è una parte di me che non vuoi affatto conoscere. Mi vuoi solo a pezzi, vuoi solo un pezzo di me.

Vuoi quello che ti fa più comodo in quel momento. Vuoi quello che ti sembra più appetibile in quel momento. Mi volete spezzettata e sacrificabile, più facile da scegliere, pezzo per pezzo, invece che come un essere onnicomprensivo.

Vedi, tu non mi vuoi. Vuoi solo pezzi e pezzetti. Vuoi qualcuno che guarisca il tuo cuore spezzato, ma non sei interessato alle lesioni degli esseri che ti circondano. Vuoi qualcuno che ti racconti la tua vita, ma in qualche modo la mia viene percepita come un rumore bianco. Sordo. Nullo.

Tu vuoi solo pezzi di me e il me intero è qualcosa che non potresti mai gestire, non è mai qualcosa che potresti ingoiare, gestire, alleggerire vero? Un po’ alla volta, pezzo per pezzo, mi vuoi solo quando sono bidimensionale.

Semplice, poco dinamica, dolorosamente beige e noiosa. Mi vuoi a pezzi, ma non quelli complicati, mai quelli che tutte noi conosciamo alla perfezione. Quelli complicati sei più che felice di metterli da parte e lasciare che mi arrangi da sola. Credo che le donne ti piacciano facili, in più di un senso, ti piacciono le donne semplici, insipide e prive di contrasti.

Vuoi qualcuno che ti gasa e non ha esigenze proprie. Volete una persona che si occupi dei vostri dolori e vi lecchi le ferite, ma che sia un’entità autosufficiente per il resto del tempo. Il lavoro emotivo va solo in una direzione quando si tratta di te, e se qualcosa non è a pezzi sarebbe chiaramente troppo da sollevare.

Tu mi vuoi solo a pezzi, ma io mi tengo stretta i punti, le cicatrici, non mi arrendo più. Non mi spezzerò per riportarti in alto e non darò più ciò che vuoi, merito di essere intera. Merito di essere stratificata, merito di essere una persona a tutti gli effetti, senza divisioni e innumerevoli tagli.

E mi dispiace che sia troppo per il tuo cervello di ragazzino, ma ammettiamolo: non ti interessa comunque. Perché mi vuoi solo a pezzi e finché continuerò a lasciare che tu mi faccia a pezzi, alla fine non rimarranno altro che gli scarti di una persona che un tempo era intera.

E se da un lato sono sinceramente disinteressata a essere così incredibilmente usa e getta per qualcuno, dall’altro non voglio rimettere insieme i miei rottami. Soprattutto se è per mano di qualcuno così bidimensionale, così noioso, così elementare, così incapace di essere stratificato da altri esseri umani e interessante, così incapace di vedere che ogni magico mosaico una volta era solo pezzi e pezzetti, come voi.

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