Yama Uba, la strega della montagna

è un demone proveniente dal folklore giapponese che vive in una capanna tra le montagne e si ciba di chiunque sia abbastanza sventurato da incontrarla.

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Si tratta di una strega dall’aspetto abominevole con lunghi capelli, occhi penetranti e una bocca larga quasi quanto l’intero volto.

La leggenda racconta che questa strega era un tempo una donna anziana che viveva in un piccolo villaggio in Giappone. La zona fu colpita da una terribile carestia e per poter conservare il poco cibo rimasto, i suoi figli decisero di non sfamarla più e di liberarsene, portandola fuori dal villaggio e abbandonandola nei boschi dove sarebbe presto morta di fame.

Ma Yama Uba non morì. Si diresse nelle montagne e trovò rifugio in una caverna. Molti anni di solitudine la resero pazza e cannibale, costringendola dunque a vivere esclusivamente della carne di chiunque uccidesse. Costruì una piccola capanna nelle profondità della foresta e da allora le sue prede sono i viaggiatori che si perdono nelle montagne.

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Nel Konjaku Monogatarishū, una raccolta di oltre mille racconti risalente al periodo Heian (794 – 1185 d.C.), si narra di una donna incinta che, trovandosi costretta a partorire in un bosco tra le montagne, si rifugia in una vecchia capanna dove viene assistita da un’anziana signora del luogo, che in seguito si scoprirà essere una Yamauba che divorerà il piccolo appena nato.

Un’altra storia, racconta di una strega che divora tutto ciò che incontra: la vecchia donna delle montagne tenta di mangiare un pescatore incontrato lungo il cammino insieme ai pesci pescati, il carro su cui venivano depositati questi ultimi e il bue che trainava il carro. Terrorizzato dalla megera, l’uomo fugge attraverso il bosco riparandosi in una vecchia capanna che scoprirà essere la dimora della Yamauba, che egli riuscirà tuttavia a ingannare e sconfiggere grazie alla sua astuzia.

Altre leggende popolari descrivono la strega dei monti come una creatura avente una larga bocca sulla nuca nascosta tra i capelli o come una donna malefica la cui unica debolezza è costituita da un fiore che cela la sua anima. La Yamauba tuttavia non sempre viene presentata come una vecchia e cattiva megera che divora esseri innocenti, la creatura infatti viene descritta come una figura assolutamente positiva.

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Una donna seducente e intelligente ben lontana dal commettere infanticidi: alcune credenze popolari, soprattutto rurali, identificano ad esempio la Yamauba con la dea della maternità e della fertilità la quale, ogni anno, dà vita a dodici figli che simboleggiano i dodici mesi dell’anno.

In altri racconti, quali il Gaun Nikkenroku, la Yamauba partorisce quattro figli che simboleggiano le quattro stagioni e perciò chiamati Haruyoshi (Buona Primavera), Natsusame (Pioggia d’estate), Akiyoshi (Buon Autunno) e Fuyusame (Pioggia d’inverno). L’identità della Yamauba, la strega delle montagne, è dunque una identità complessa e contraddittoria: una dea primordiale, la Madre Natura, che porta fertilità e benessere ma al tempo stesso è capace di morte e distruzione, proprio come la divinità dell’antico Egitto Isis e la Kalì induista.

Appare ai loro occhi anche come una donna giovane e dai modi gentili, offrendo loro riparo per la notte nella sua capanna. Una volta colti dal sonno, Yama Uba li uccide e li divora. A volte usa gli stessi capelli per intrappolare le sue vittime e attirarle verso la grande bocca.

Alcune storie raccontano che la strega della montagna si offre di indicare la strada giusta al viaggiatore che la incontra dopo essersi smarrito, ma invece lo porta sulla cima di un dirupo e fa sì che egli precipiti sulle rocce sottostanti. Yama Uba infine si ciba dei suoi resti.

Fonti esterne : Yama Uba, la strega della montagna https://wsimag.com/it/cultura/6321-yamauba-la-strega-delle-montagne

Yama Uba, la strega della montagna

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